La dignità dell'artista sta nel suo dovere di tener vivo il senso di meraviglia nel mondo. 
                                                                          Gilbert Keith Chesterton

GLOBO MULTICULTURALE

Globo multiculturale, 100x100 cm, tecnica mista,  2003
Globo multiculturale, 100x100 cm, tecnica mista, 2003

 

 Globo multiculturale - l'utopia dell'identità


            Il globo è “appeso nell’aria” tramite il campo elettromagnetico e gira in modo lento e costante per lunghi periodi di tempo (anche un mese) senza fermarsi. Sulla superficie del globo sono presentati i ritratti delle persone di diverse etnie, davanti al globo è inserito un sostegno con la fotografia di mio volto; tale immagine è posta su un supporto trasparente in modo che la mia figura si sovrapponga alle immagini del globo in movimento. Posizionata frontalmente è presente una grande lente di ingrandimento per poter osservare le sovrapposizioni delle immagini più da vicino.

            Il senso dell’opera come suggerisce il titolo è l’identità. Rappresenta la mia opinione cosmopolita e umanista sulla diversità e nello stesso tempo uguaglianza di tutti gli uomini sopratutto nel sentire e vivere le emozioni e sensazioni (anche secondo tante ricerche strettamente antropologiche) anche se la costruzione del pensiero e la percezione della realtà potrebbero risultare differenti.

 

Bibliografia:

 

Questa installazione è stata preparata per la mostra dal titolo “L’utopia dell’identità” nel Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci a Milano in maggio e giugno 2003.

            Successivamente è stata premiata ed esposta in Andora nel contesto di Premio Paraxo coorganizzata da Tommaso Trini ed è stata pubblicata nel catalogo della mostra. Premio Paraxo, Via dell'arte 2004.

            Ultimamente è stata esposta nell’ambito della esposizione di Accademia di Brera  “Salon Primo” 2005 in Museo della Permanente. Oltre il catalogo è visibile sul sito ufficiale della esposizione www.salonprimo.it 

             L'opera è stata pubblicata e messa nel contesto dell'arte contemporanea nel libro di Carmelo Strano, Mai visto tempo così, Lupetti, Milamo 2005, p. 126

            

 

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